Archive for the ‘General’ Category

Vi invitiamo!

lunedì, Maggio 3rd, 2021

È nato un piccolo orto che vuole essere un angolo di condivisione e collaborazione tra tutte e tuttigli/le abitanti del quartiere. Sorge nei giardinetti presso piazza Costantino, all’interno di unbocciodromo abbandonato da un decennio. Se siete passati e passate in questi giorni avrete già vistofare capolino qualche timida zucchina… e se questo fosse un orto di tutti e tutte?

 

Vuoi coltivare anche tu un pezzetto di orto? Hai dei consigli o dei materiali?Vuoi mettere le mani in terra in compagnia?

Ci troviamo venerdì 7/05 dalle 19:00 ai parchetti in via Amalfi, dietro piazza Costantino per continuare i lavori di piantumazione e conoscerci.

clicca qui

 

E se questo è!

lunedì, Aprile 26th, 2021

Finalmente ieri, nella giornata del 25 aprile (https://le95tesidimartinloreto.noblogs.org/25aprile/)  organizzata con alcune ed alcuni abitanti di via Padova e dintorni e l’ANPI di Crescenzago, abbiamo portato un orto in un bocciodromo abbandonato in un parchetto lasciato all’incuria e all’abbandono.

     

Chiunque volesse contribuire alla crescita di questo piccolo orto rialzato ci scriva: esequestofosse@inventati.org

 

Ricoltiviamo la città!

Aggiornamenti

martedì, Aprile 13th, 2021

Sovraffollamento, isolamento sociale, inquinamento, asfalto, difficoltà di accesso al cibo, insicurezza – quella di sentirsi completamente soli e stritolati da ritmi che ci distruggono.

Proponiamo di fermarci a riflettere. Possiamo alleggerire la nostra totale e incondizionata dipendenza dall’economia di mercato? Siamo ancora capaci di prenderci cura di uno spazio comune? Possiamo ritagliare dei momenti per uscire dall’alienazione e costruire qualcosa con le nostre mani?

Fermiamoci, riflettiamo, discutiamo, iniziamo ad agire dal piccolo e dal quotidiano.

Sporchiamoci le mani con la terra.

Riappropriamoci degli spazi abbandonati al degrado ed alla speculazione. Prendiamoci cura di queste aree e coltiviamo nuove forme di città insieme.

Ci abbiamo provato la mattina del 5 aprile, siamo entrate/i in un terreno abbandonato da anni, destinato all’ennesima colata di cemento.

Abbiamo portato lì i materiali per allestire un orto. Nel giro di poco tempo diverse/i abitanti della zona e passanti hanno espresso interesse ed entusiasmo lasciandoci immaginare che nei giorni seguenti avrebbero condiviso con noi o il percorso.

Ma la difesa della proprietà privata (seppur abbandonata) ha avuto il sopravvento. È stata chiamata la polizia che nel giro di poco ci ha costretto ad abbandonare il posto.

Non per questo abbandoneremo il progetto e siamo alla ricerca di un nuovo terreno.

Chiunque fosse interessato o avesse dei suggerimenti da dare questa è la nostra mail: esequestofosse@inventati.org

Architettando…

domenica, Aprile 4th, 2021

Tra appuntamenti, idee e sogni, abbiamo incontrato questa poesia che vorremmo condividere con chi ci legge. Lanciamo semi e raccogliamo pensieri, racconti, poesie su quello che potrebbe essere ogni “questo” che non ci fa star bene.

L’orto

Accanto alla casa è bello avere un giardino,
coltivare anche l’orto, diventerebbe ancora meglio, più completo e carino.

Il piacere di coltivare l’orto è fatica, ma scopri l’utilità e la sua bellezza,
dà grandi soddisfazioni, libera dalle tensioni, pensieri negativi, si respira aria sana godendo la sua purezza.

L’orto personale, sociale, comunitario è un luogo magico, favorisce la socializzazione, è creativo e inventivo,
dove si impara anche l’ecologia, la gioia di vivere sereni che è un bel positivo motivo.

Coltivare con impegno e passione l’orto, si impara l’arte dell’agricoltura e anche ad avere uno spirito libero,
seminare qualità di verdure, mettersi in attesa della crescita, pronte per l’utilizzo a chilometro zero.

Con la bellezza dell’orto godi le meraviglie della natura, guardi il cielo, la pioggia, il vento, il sole, i bei colori,
senti il canto dei uccelli, che sembra un concerto di musica, favoriscono a vivere la vita con buoni umori.

La fatica e il sudore a coltivare l’orto viene sempre compensato,
dalle verdure che si raccoglie e si mangia, i suoi sapori, portano beneficio per la salute e tutto gratificato.

Quando mi chiedono, come va l’orto, lo hai coltivato,
rispondo sempre, gode di ottima salute e che mi fa star bene vederlo bel ordinato.

Affacciandomi alla finestra a guardare il mio bel orto, vigoroso e colorato,
ho pensato se tutti coltivassero l’orto, i mezzi di trasporto verdure sarebbero dimezzati e l’ambiente meno inquinato.

W l’orto, luogo magnifico, creativo e salutare,
è molto bello starci a coltivare e amare.

Poesia di Francesco Lena, pubblicata su Sardegna Reporter

 

 

Secondo appuntamento

venerdì, Marzo 12th, 2021

 

Ci siamo ritrovate e ritrovati al parco Martesana.
Una manciata di persone ci siamo presentate. Mosse dalla voglia di socialità, dall’idea di, per lo meno, non partecipare a distruggere il mondo, dal prendere in mano il discorso sulla salute e su quello che mangiamo, consapevoli che questa pandemia sta inasprendo le ingiustizie sociali.
Molte le motivazioni insomma ed anche la voglia di sporcarsi le mani.
Abbiamo parlato di orto e di riprenderci uno spazio abbandonato, di costruire dei cassoni dove far crescere le piante ma anche di zappare la terra. Tra albicocchi, fiori e pomodori ci siamo anche dette/i che la primavera è ormai alle porte e che mentre continuiamo a confrontarci ci mettiamo al lavoro!

Ci rivediamo all’anfiteatro del parco Martesana domenica 14 marzo alle 19.

Primo appuntamento

sabato, Marzo 6th, 2021

Ricoltivare la città

lunedì, Marzo 1st, 2021

Sovraffollamento, isolamento sociale, inquinamento, asfalto, difficoltà di accesso al cibo, insicurezza – quella più spaventosa, quella di non sapere cosa portare in tavola alla sera. Quella di sentirsi completamente soli e stritolati da ritmi che ci distruggono.

Non è l’incipit di un romanzo distopico, ma il futuro non poi così lontano che attende le nostre città. Città sempre più cementificate. Città i cui abitanti sono sempre più deprivati dei saperi che per millenni hanno permesso alle comunità di sfamarsi, crescere e vivere dignitosamente in comunione con i cicli della natura.

Città che si sono allontanate drammaticamente dal loro negativo – la campagna, il mondo agricolo, o come altro vogliamo chiamarlo. Allontanati così tanto che sembra faccia poca differenza acquistare pomodori da Pavia o da Timbuctù.

Quale alternativa allora per ripensare la città, città come organo dall’equilibrio complesso, fatta di rapporti di produzione, di scambio, di potere, di interazione tra individui, ambiente.

Bisogna cercare di uscire dal modello che vuole accettazione totale dello sviluppo illimitato, al tempo stesso non neghiamo la storia che ci ha portati fin qua, non desideriamo un’infantile ritorno ad una astratta natura.

Proponiamo invece di fermarci a riflettere. Possiamo alleggerire la nostra totale e incondizionata dipendenza dall’economia di mercato? Siamo ancora capaci di prenderci cura di uno spazio comune? Possiamo ritagliare dei momenti per uscire dall’alienazione e costruire qualcosa con le nostre mani?

Fermiamoci, riflettiamo, discutiamo, iniziamo ad agire dal piccolo e dal quotidiano.

Sporchiamoci le mani.

Iniziamo a riappropriarci del ciclo di produzione, riscopriamo i saperi che fino a qualche generazione fa erano patrimonio dell’umanità intera, recuperiamo gli spazi comuni, ristabiliamo dei rapporti di vicinanza e cooperazione con i nostri vicini – di casa, di quartiere, di città, di strada. Riappropriamoci degli spazi abbandonati al degrado e alla speculazione. Prendiamoci cura di queste aree e coltiviamo nuove forme di città insieme.